Impianti fotovoltaici ed eolici: Iter amministrativo principale ostacolo

AmbienteNews
L’ultimo rapporto di Legambiente è inequivoco: l’iter amministrativo per l’installazione degli impianti fotovoltaici ed eolici è il principale ostacolo alla transizione energetica. Caotico e obsoleto, l’attuale sistema è fonte di pretestuose levate di scudi istituzionali, irrisolvibili frizioni popolari (vedi rispettivamente i comitati NIMTO e i NIMBY), immotivati rifiuti da parte delle soprintendenze sulle cui decisioni pendono ricorsi su ricorsi.
I casi non mancano.
In Sicilia, ad esempio, restano tuttora sospesi l’Impianto eolico galleggiante nel Canale di Sicilia, prigioniero di numerose contestazioni istituzionali e politiche; l’impianto a biometano a San Filippo del Mela (ME), anch’esso vittima di un’annosa controversia con la soprintendenza; e ancora l’impianto a biogas di Pozzallo (RG), vittima di un dibattito pieno di fraintendimenti e disinformazione.
Complicazioni come queste, presenti anche in altre regioni, rendono sempre più necessaria una riforma che fissi regole nitide e bilanciate sulle autorizzazioni, passando magari per un confronto politico sulle diverse questioni controverse, in primis quella concernente la tutela del paesaggio.
Su quest’ultimo punto, in particolare, è stato fatto notare come molto spesso i pareri negativi rilasciati dalle soprintendenze risultino non adeguatamente motivati, quindi irragionevoli perché fondati su fatti travisati o su risultanze tecniche incomplete, li dove, invece, i dinieghi dovrebbero essere stringenti e, soprattutto, non dimentichi del fatto che «la produzione di energia elettrica da fonte solare è essa stessa attività che contribuisce, sia pur indirettamente, alla salvaguardia dei valori paesaggistici».
Gli impianti fotovoltaici e quelli eolici rappresentano, allora, sì un elemento di novità nel paesaggio, ma, nella misura in cui non modificano l’aspetto esteriore complessivo dell’area, essi non necessariamente rappresenteranno dei fattori di disturbo.
Oggi più che mai, dunque, risulta necessario intervenire per dare al paese una normativa chiara e ordinata, magari all’interno di un unico testo che fissi tempi ragionevoli, che recepisca le istanze sociali e soprattutto permetta una maggiore partecipazione dei territori.
Tutto ciò è necessario sia per le imminenti scadenze dell’obiettivo emissioni zero – rispetto al quale le aziende delle rinnovabili hanno mostrato non poco interesse, tanto che nei primi dieci mesi del 2021 sono pervenute al gestore della rete ben 974 nuove domande per impianti fotovoltaici e 465 per pale eoliche – sia per l’attuale emergenza del caro bollette, fonte di sovraccosti per famiglie e imprese.
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