CARBON TAX: Senza un piano di adattamento non servirà a molto

Dal mese di gennaio a quello di giugno 2021, l’Ue ha registrato un aumento dell’uso delle fonti rinnovabili. Allo stesso tempo, però, continuano ad aumentare i volumi di carbone e con essi gli eventi atmosferici anomali.

Fino ad oggi, lo strumento utilizzato dall’Ue per ridurre le emissioni di CO2 e rientrare nei vincoli di Kyoto, è stato quello del cosiddetto “mercato di emissioni”, un sistema in forza del quale le imprese che, nei loro processi di produzione, non hanno bisogno di eccessive emissioni di carbonio cedono, dietro un corrispettivo in denaro, ad altre imprese, la parte di emissione che sarebbe spettata loro.​

Data l’evidente inadeguatezza del sistema di mercato delle quote, ad oggi sono in molti a suggerirne l’eliminazione e la sostituzione con uno strumento di natura fiscale. ​

Il dibattito è pressoché decennale, ma è solo di recente, luglio 2021, che la Commissione Ue vi ha dato un primo margine di concretezza, adottando un pacchetto di misure politiche noto come “Fit for 55”, contenente tutta una serie di proposte tra cui proposte quella dell’introduzione di una Carbon Border Adjustment Mechasim – CBAM, una nuova tassa sul contenuto di CO2 da applicare ai settori ritenuti a più alto livello di emissioni.

Nel presente Dossier, si tenterà di realizzare una sintesi del dibattito sulla Carbon tax, ponendo l’accento sulla sua utilità e fattibilità.

Scarica il documento qui Dossier Carbon Tax

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